Ludovico Einaudi

    Il pianista e compositore Ludovico Einaudi nasce a Torino il 23 novembre nel 1955. Si diploma al Conservatorio G. Verdi di Milano con Azio Corghi e si perfeziona sotto la guida di Luciano Berio e Karlheinz Stockhausen.

    Nel 1992 pubblica “Stanze”, un album che contiene 16 composizioni interpretate dall’arpa elettrica di Cecilia Chailly. Inizia così l’ascesa verso il successo, che arriverà a livello internazionale 4 anni più tardi con l’uscita di “Le Onde”: un progetto di piano solo ispirato ai racconti di di Virginia Woolf. Il disco, avvolgente e minimalista, incarna appieno quella che sarà da li in poi la cifra stilistica di Einaudi. “Le Onde” è un successo, non solo in Italia. Viene pubblicato anche in Inghilterra, facendo conquistare al compositore torinese consensi da parte del pubblico e della critica.

    L’eco del successo di “Le Onde” accende i riflettori del Cinema sulle composizioni di Einaudi. Il regista Nanni Moretti sarà il primo ad inserire alcuni brani del pianista nel suo film “Aprile”. Poi altre illustri collaborazioni con il “grande schermo”, fra le tante: Fuori dal Mondo” (Echo Klassik Preis) e “Luce dei miei occhi” (Italian Music Awards), di Giuseppe Piccioni, “Dr Zhivago” (Gold Word Medal New York Film Festival), di Giacomo Campiotti, “Sotto Falso Nome” (Best Filmscore Avignon Festival).

    L’ascesa di Einaudi continua con “Eden Roc” (1999), in cui ospita un quintetto d’archi e il duduk di Djavan Gasparyan, e “I giorni” (2001), un ciclo di ballate per piano ispirate da un viaggio in Mali. In Africa tornerà due anni dopo, su invito del Festival au Desert. Da quell’esperienza nasce ““Diario Mali”, inciso insieme al maestro della kora Ballaké Sissoko.

    La musiche che scrive nel 2002 per il remake del “Doctor Zhivago” trionfano al New York Film Festival, confermando il crescente prestigio di cui godono le sue colonne sonore.

    I teatri in cui suona diventano sempre più significativi e il 2003 è l’anno in cui fa registrare numerosi “sold out”, in Italia e all’estero. A cominciare dalla Gran Bretagna, dove nel frattempo esce ECHOES, una raccolta dei suoi successi, che supererà le 100 mila copie vendute.

    I concerti alla Scala di Milano, incisi anche su disco, all’Hangar Bicocca e alla Royal Albert Hall contrassegnano una raggiunta pienezza artistica. Nell’album in studio “Una mattina” del 2004, la musica di Einaudi si fa più concentrata e introspettiva, mentre nel successivo “Divenire” si espande nelle sonorità della Royal Liverpool Philharmonic Orchestra.

    Entrambi i dischi dominano le chart di musica classica e per la prima volta irrompono anche in quelle pop. Un successo mondiale, che porterà Einaudi ad essere l’unico musicista di genere classico ad esibirsi nel primo festival iTunes.

    Nel 2009 escono “Cloudland” con Robert e Ronald Lippok, e “Nightbook”, lavoro notturno, interiore, che “proietta il pianoforte come un’ombra, in tutte le direzioni”. Nightbook vende oltre 750 mila copie in Europa.

    Per due estati consecutive dirige l’Orchestra della Notte della Taranta, producendosi in una visionaria prova di regia musicale che lascia il segno nella musica tradizionale della “terra nera della tarantola”.

    Fra il 2011 e il 2015 seguono altri quattro album, fra cui spicca il disco “In a time lapse”, una riflessione sul tempo, che viene registrato in un monastero e “concepito come una suite o i capitoli di un unico romanzo”, in cui convergono intorno al pianoforte archi, percussioni ed elettronica. Un album che lo porterà ad eseguire concerti memorabili in giro per il mondo: dal quello alla Sidney Opera House e all’Arena di Verona su tutti, ma anche lo speciale concerto “Piano Africain”, per sei pianoforti e altrettanti balafon e marimbe con cui apre Piano City Milano del 2014.

    “Elements”, uscito nel 2015, segna una rinascita artistica, scaturita dalla voglia di provare strade inedite. Nei tre anni successivi le tournée di “Elements” riempiono i teatri e le grandi arene del pop nel mondo. Suona la sua “Elegy for the Arctic”, commissionata da Greenpeace, su una piattaforma galleggiante tra i ghiacci del Mar Glaciale Artico.

    “Seven Days Walking” è il titolo del suo ultimo album uscito il 15 marzo 2019. Suddiviso in sette episodi, sette album (Day One, Day Two, ecc. fino al Day Seven) che verranno pubblicati a scadenza mensile. Ogni episodio è focalizzato su alcuni temi principali che ritornano in modo diverso: sette variazioni intorno a uno stesso percorso immaginario. O ancora, lo stesso itinerario percorso in sette momenti diversi.

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